
Immersa nel cuore del distretto tessile biellese, la Fondazione FILA Museum propone un viaggio nella storia e nell’evoluzione dell’iconico brand FILA, che ha saputo trascendere i confini nazionali e affermarsi a livello mondiale nell’ambito dell’abbigliamento e delle calzature sportive.
Nata nel 2010 per volontà del Chairman, Mister Gene Yoon, la Fondazione si impegna a preservare e valorizzare un patrimonio aziendale di inestimabile valore culturale e industriale.
Entrare in questo luogo vuol dire iniziare un’avventura coinvolgente lungo decenni di sport, stile e innovazione, ripercorrendo i momenti chiave di un’azienda che ha vestito i sogni di molte generazioni di sportivi. È la storia emozionante di un marchio nato dall’amore per i filati che, intrecciandosi con le imprese sportive di campioni leggendari, ha cambiato per sempre il modo di intendere lo sportswear.
Molto più di un museo
Archivio e museo insieme, la Fondazione si configura come un dinamico centro di documentazione e divulgazione che, attraverso un meticoloso lavoro di catalogazione, conservazione e digitalizzazione, rende accessibili a un pubblico diversificato – studiosi, appassionati e semplici curiosi – testimonianze tangibili di un percorso imprenditoriale costellato di intuizioni innovative e collaborazioni prestigiose. Un ricchissimo archivio che raccoglie migliaia di materiali. Non solo capi di abbigliamento e accessori iconici, ma anche fotografie, schizzi, figurini, materiale pubblicitario e cataloghi, che focalizzano l’attenzione sull’evoluzione stilistica del marchio, sull’utilizzo di materiali all’avanguardia e sulla costante ricerca di un equilibrio tra performance ed estetica.
Parallelamente all’attività espositiva, l’istituzione si impegna attivamente nella promozione della cultura d’impresa e del legame con il territorio. Dal 2014 l’istituzione è parte di Museimpresa, l’Associazione Italiana Archivi e Musei d’Impresa. Attraverso iniziative educative, workshop e collaborazioni con istituzioni locali e universitarie, essa si propone come un polo di riferimento per la comprensione delle dinamiche che intercorrono tra storia industriale, innovazione e sviluppo sociale.
Il cuore pulsante del museo è rappresentato dalle sale dedicate alle partnership con i grandi campioni che hanno indossato e reso celebre il marchio FILA. Questi spazi celebrano le imprese sportive attraverso cimeli autentici: le divise indossate durante le competizioni, le racchette, gli sci e le scarpe che hanno calcato i campi da gioco più prestigiosi del mondo. Pannelli esplicativi, video, documenti d’epoca, fotografie e installazioni interattive raccontano le storie di questi atleti, il loro legame con FILA e i momenti indimenticabili che hanno contribuito a costruire la leggenda del brand.

Da impresa locale al successo planetario
Nascita di un’icona
Il percorso espositivo si snoda attraverso diverse aree tematiche, ognuna dedicata a un aspetto cruciale della storia di FILA. Si inizia con una sezione introduttiva che ripercorre le origini dell’azienda. Nel 1911 i fratelli Fila danno vita a un’impresa che inizialmente si concentra sulla creazione di tessuti, distinguendosi fin da subito per la cura dei dettagli e la qualità dei materiali impiegati. Nel 1926 l’azienda evolve e inizia la produzione di maglieria intima per uomo, donna e bambino. Per decenni FILA si afferma come un solido protagonista nel settore tessile italiano, costruendo una reputazione di affidabilità e artigianalità. Questi elementi, insieme al forte legame con le radici italiane, l’attitudine all’innovazione e alla sperimentazione, costituiscono il solido fondamento su cui si costruirà il futuro successo del marchio.
Anni Settanta: la svolta con Fila Sport
Tuttavia, è negli anni Settanta che l’azienda compie una svolta epocale. Dopo un periodo di crisi, l’azienda decide infatti di convertire la produzione e puntare sullo sportswear. In un momento storico in cui lo sport, il tennis in particolare, diventa sempre di più un fenomeno pop, questa intuizione si rivelerà vincente, segnando l’inizio di un’ascesa che porterà il marchio biellese a conquistare i mercati internazionali. Sotto la guida illuminata di Enrico Frachey, FILA intuisce il potenziale inespresso del mercato dell’abbigliamento sportivo e decide di intraprendere una coraggiosa metamorfosi. Questa visione strategica porta alla creazione di linee innovative che fondono funzionalità, performance e un’estetica distintiva, intercettando i desideri di un pubblico sempre più attento allo stile anche durante l’attività fisica.

Il logo F-Box e la WHITE LINE
Per marcare la nuova identità agonistica, nel 1973 nasce il nuovo logo, conosciuto come “F‑Box”, disegnato dal pubblicitario Sergio Privitera e ispirato alla pop art dell’artista americano Robert Indiana. Un design immediato e potente che diventerà il simbolo distintivo di FILA.
La “F” rossa e blu, racchiusa da una cornice, è realizzata con due barre orizzontali leggermente distanziate e una barra verticale che le interseca sul lato sinistro. Con il suo minimalismo geometrico, pulito e moderno, subito riconoscibile e facile da riportare su vari supporti, il nuovo logo diventerà protagonista non solo dei campi sportivi, ma dello streetwear in generale.
In quello stesso periodo Frachey chiama un giovane designer e tecnico del tessuto, Pierluigi Rolando, chiedendogli di creare qualcosa di mai visto in campo. Nasce la leggendaria collezione “WHITE LINE”, come linee perimetrali dei campi da tennis. Il tradizionale bianco delle divise degli atleti è interrotto da blocchi di colore, introducendo un’estetica nuova e distintiva nel mondo dello sport. È Adriano Panatta il primo a indossare il nuovo design, reso ben presto iconico da un giovane tennista svedese dal rovescio a due mani che cambierà per sempre il tennis: Björn Borg.

Per il tennista Rolando disegna una polo a righe, ispirandosi alle divise da baseball degli anni Trenta. Con quella polo stretta in vita, Borg vince sei Rolan Garros e cinque Wimbledon tra il 1974 e il 1981, regalando a FILA un’esposizione mediatica senza precedenti. Nella prima stagione di commercializzazione la “Polo Borg” vende 4 milioni di pezzi nel mondo. La partnership con Borg non è stata solo una sponsorizzazione, ma una vera e propria simbiosi che ha contribuito a definire l’immagine di FILA come un brand che unisce performance e stile.
Dai mari aperti alle vette più alte del mondo
La scelta di stringere partnership con atleti di fama mondiale si dimostra una strategia vincente per accrescere la visibilità e la credibilità del marchio. Negli anni Ottanta e Novanta, FILA consolida la sua presenza nel mondo dello sport, ampliando la sua offerta ad altre discipline sportive.
Tra le teche in vetro, i nomi si susseguono come un inno allo sport multidisciplinare: oltre a Panatta e Borg, ovviamente, Evonne Goolagong e i suoi completi pastello, Monica Seles, Boris Becker, nel tennis, ma anche Reinhold Messner, che nel 1978 raggiunge la vetta dell’Everest senza ossigeno indossando intimo termico FILA. E poi ancora Ingemar Stenmark, che indossa l’abbigliamento tecnico FILA durante le sue numerose vittorie in Coppa del Mondo. Deborah Compagnoni e Alberto Tomba, showman delle nevi che nel ’92 doppia oro a Albertville con tuta tricolore. E poi ancora la vela con Giovanni Soldini che, a bordo della Open 60 FILA, vince la regata “Around Alone” del 1998-1999 e passa alla storia per una delle più celebri operazioni di salvataggio in mare, quello della velista Isabelle Autissier. L’incredibile impresa gli vale il riconscimento della Légion d’honneur, massima onorificenza dello stato francese, dal presidente francese Jacques Chirac.
Change the Game
Change the Game è la sala dedicata alle calzature. L’allestimento è curato per esaltare sia l’aspetto funzionale che quello estetico di ogni modello, con espositori che permettono di osservare da vicino i materiali, le tecnologie e i dettagli di design. Dalle prime incursioni di FILA nel mondo delle calzature sportive ai modelli che riflettono l’attenzione per l’innovazione nei materiali e nelle tecnologie, passando per le iconiche scarpe da basket FILA Grant Hill, i modelli signature creati per la stella dell’NBA negli anni Novanta e rese celebri nel panorama hip-hop e streetwear da Tupac Shakur, che le indossa nella copertina del suo acclamato album del 1996, “All Eyez on Me”. In esposizione anche la Disruptor, la chunky sneaker diventata un fenomeno di massa e tornata prepotentemente alla ribalta.
FILA oggi: heritage meets hype
Il percorso espositivo non si limita a celebrare i successi del passato, ma analizza anche l’evoluzione del marchio fino ai giorni nostri. Dopo un periodo di transizione, FILA ha saputo reinventarsi, mantenendo un forte legame con la sua heritage sportiva e aprendosi alle nuove tendenze del lifestyle e dello streetwear, fino a invadere le passerelle del lusso, tornando prepotentemente sulla scena grazie a una sapiente rilettura del brand in chiave contemporanea e a collaborazioni con designer e artisti di fama internazionale.
Ne è un esempio la collaborazione del 2016 con il designer russo Gosha Rubchinskiy che, con le sue silhouette dall’estetica streetwear ripescate dagli anni Novanta, porta FILA nel mondo della Gen Z, facendo impazzire i giovani hypebeast.
Un’altra celebre collaborazione è quella con Fendi, nel 2018. Partendo da un mash-up digitale dell’artista Hey Reilly, che unisce il celebre logo “FF” di Fendi con il font di FILA, Fendi decide di trasformare questi meme in una vera e propria collezione, un’ibridazione ironica e potente che si concretizza nella capsule “Fendi Mania”, presentata per la prima volta durante la settimana della moda milanese per l’Autunno/Inverno 2018.
Attualmente uno dei volti di FILA è Hailey Rhode Bieber, modella icona “sporty‑minimal”, che ha già reinterpretato in diverse campagne i classici dell’archivio e, per il 2025, è co-designer di una linea completa dalla vestibilità unisex e modulare, pensata per essere stratificata o indossata in total look. Con la sua capacità di dettare tendenze e i suoi milioni di follower, contribuisce a rafforzare l’immagine di FILA come un brand che sa unire la sua eredità sportiva con un’estetica contemporanea e desiderabile. Ancora una volta una partnership di successo.
Verso il cambiamento: una nuova sede
Attualmente situata in via dei Seminari Via Seminari, 4/A, la Fondazione FILA Museum si trasferirà, verso la fine del 2025, nella nuova sede di Viale Cesare Battisti 26, sempre a Biella, che ha ospitato la produzione del marchio a partire dal 1923 fino al 2004. L’edificio ospiterà il nuovo museo, gli archivi, gli uffici e le aree dedicate a eventi e meeting e sarà interamente accessibile.
Con la sua nuova sede, la fondazione si proietta verso il futuro con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento ancora più importante per la storia dello sport, del design e dell’impresa italiana.
Sabato 31 maggio, in occasione della tappa del Giro d’Italia 2025, la fondazione propone un’apertura straordinaria, accogliendo tutti gli appassionati di ciclismo e non solo. Sarà l’ultima chiamata per visitare gli spazi espositivi, prima della chiusura in vista del trasferimento. È possibile prenotare una visita guidata gratuita compilando il form di prenotazione e scegliendo tra gli orari disponibili.
Info utili
Apertura dal lunedì al venerdì
09.00 – 13.00
14.00 – 18.00
E-mail
info_fondazione@fila.com
Telefono
+39 01509970 11
+39 01509970 12
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