Fendi Peekaboo equilibrio fra storia e futuro, è una borsa che si colloca fra eredità e innovazione, bellezza e funzionalità, semplicità e ricercatezza, rigore e ironia.
Ha spento da poco 15 candeline e, per l’occasione, Fendi ha lanciato Peekaboo-K, un volume in edizione limitata per celebrarla e raccontarla.
Nonostante la giovane età, la Peekaboo ha conquistato un posto in prima fila nell’Olimpo delle It-bag più amate di sempre, accanto a icone del desiderio ben più longeve, ed è diventata, in breve tempo, un vero e proprio oggetto da collezione.
Il motivo di tale successo è da ricercare proprio in quel sapiente gioco di equilibri tra tradizione, sinonimo di eredità artigiana e rispetto per il proprio DNA, e innovazione.
Una storia al femminile
Quella di Fendi è una storia declinata al femminile sin dalle sue origini, che hanno inizio in un piccolo atelier di pellicceria in via del Plebiscito, a Roma; è una storia famigliare, iniziata con Adele Casagrande, definita da Lagerfeld una “vera matriarca, una donna forte, di grandissimo fascino”, che ha saputo educare le cinque figlie, le celebri sorelle Fendi, che dal 1946 hanno preso le redini della maison, alla libertà di espessione, incoraggiandole a rifuggire cliché e omologazioni, a esternare la propria visione in un ambiente dominato prevalentemente da uomini; ha saputo guidarle a un’etica sana del lavoro e alimentare quello spirito imprenditoriale che contraddistingue ancora oggi la maison romana.
Cooperazione e valorizzazione di ruoli come specifiche qualità di ognuno, concretezza e disciplina, vocazione al lavoro, tecnica e cura maniacale dei dettagli, riconoscenza e umiltà, rispetto delle proprie radici, famigliari e culturali insieme, come patrimonio da trasmettere, uniti alla propensione all’innovazione, alla spasmodica ricerca di sempre nuove soluzioni estetiche costituiscono il mindset che ha portato Fendi a guadagnare prestigio negli anni.
Fendi Peekaboo equilibrio tra storia e futuro – un sodalizio di 54 anni
L’incontro con Karl Lagerfeld nel 1965 ha segnato la svolta nella storia della maison, e ha dato vita al sodalizio più duraturo della storia della moda; ‘un matrimonio freelance, aperto’, come lo ha definito lo stesso direttore creativo, durato fino al 2019, anno della sua scomparsa.
Lagerfeld ha messo il suo genio creativo al servizio dell’estetica della maison romana; è stato un ‘incomparabile maestro‘, come lo ha definito Anna Fendi in un’intervista.
Con la sua anima visionaria, ironica e irriverente, instancabilmente proiettata in avanti, ha contribuito all’evoluzione di Fendi e a cementarne la fama di marchio innovatore, fortemente contemporaneo, capace di scelte creative audaci, controcorrente, oltre i limiti delle consuetudini.
Il celebre monogramma a doppia lettera “F” conosciuto oggi (il logo originale rappresentava uno scoiattolo su un ramo), accattivante, dalla forte identità, immediato, riconoscibile, è nato dalle sue mani, quando gli fu commissionata una mini collezione di pellicce moderne.
Mi chiesero di creare una piccola collezione da indossare in modo diverso. Erano pellicce moderne e ludiche, molto “fun”. Fendi e “fun” hanno le stesse iniziali. Mi ci vollero cinque secondi per associare le due lettere, e nacque la doppia F, con riferimento appunto alla ludicità delle nuove pellicce: “fun furs”. Le pellicce borghesi erano scomparse. Fendi divenne una Maison moderna
Karl Lagerfeld
Le It-bags di Silvia Venturini Fendi
Lagerfeld ha avuto un’influenza rivoluzionaria anche su Silvia Venturini Fendi, classe 1961, erede di terza generazione e figlia di Anna.
Dagli anni Novanta porta avanti l’eredità di famiglia, e di Lagerfeld, come Direttrice Artistica delle collezioni uomo e accessori della maison romana. In quanto figlia d’arte, ha però vissuto l’azienda Fendi sin da piccola. A lei va il merito di aver creato due tra le borse più iconiche: la celebre e rivoluzionaria Baguette (vincitrice, nel 2000, del Fashion Group International Award ), del 1997, e la Peekaboo, del 2008.
La Baguette segna la fine di quello stile minimal e pulito, imperante in quegli anni, e con lei nasce il concetto di It-bag, quando la serie Sex and the City la consacra definitivamente come feticcio da possedere.
Peekaboo: un giovane classico
Creata nel 2008, la borsa Peekaboo ha debuttato per la prima volta in passerella durante la sfilata della collezione primavera/estate 2009. Se la Baguette è stata creata con l’intenzione di ridisegnare il concetto di borsa, la Peekaboo è nata per restare, da tramandare nelle generazioni, trascendendo le mode.
La Peekaboo racchiude nella sua silhouette un esempio di equilibrio fra storia e futuro, sintetizza e tutti i codici identitari del marchio, con un design strettamente legato all’artigianalità.
Usando le parole della stessa designer, una borsa che dice Fendi senza bisogno di alcun logo, che veicola il concetto di lusso sussurrato, discreto.
Un nome che suscita ottimismo
Il nome non è stato una scelta a caso e fa riferimento al gioco del cucù, quello che si fa con i bambini nascondendo il viso con le mani e che genera in loro curiosità e divertimento. Con allusione al concetto di vedo-non-vedo, la borsa dalla geometria a trapezio che rimanda a silhouette più classiche, nasconde un’anima giocosa e sorprendente, che si rivela solamente all’apertura.
Se l’esterno trasmette un’eleganza misurata e sobria, semplice solo all’apparenza, l’interno nasconde, volutamente, gli elementi che la rendono davvero speciale e le danno carattere, dimostrando come si possano coniugare insieme tecnica ed estro, rigore e ironia.
Fendi Peekaboo equilibrio tra storia e futuro – tratti distintivi
Dal suo debutto a oggi la Peekaboo è stata rivisitata in innumerevoli versioni (come la Peekaboo ISeeU, con il fianco a fisarmonica), dimensioni e accostamenti di materiali: pelli preziose o esotiche, Cuoio Romano, tessuti con ricamati complessi, tinte audaci e sobrie, texture sofisticate, personalizzazioni su richiesta della clientela. Tante personalità che parlano però la stessa lingua, quella di una manifattura eseguita con techiche artigianali che sanno di Made in Italy.
Ogni fase di produzione della borsa è seguita da tecnici altamente specializzati. I due pannelli esterni sono tagliati con l’ausilio di fustelle e cuciti a mano, sfruttando le tecniche dei maestri sellai romani. Anche i fori vengono eseguiti manualmente. Nel caso della Peekaboo Interlace, 900 fori ricavati a mano, attraverso i quali vengono intrecciate sottili strisce di pelle, sempre a mano. Ogni borsa presenta un numero che fa riferimento ai punti e cuciture necessari per dare assemblare ogni esemplare
Il pannello centrale, al quale è assemblato il manico, è il focus della borsa. Una sorta di divisorio provvisto di doppia chiusura a girello (funzionale per chiudere e aprire i due scomparti insieme oppure di rivelarne solo una parte), che le conferisce anche quel caratteristico ”sorriso” quando uno dei due pannelli rimane aperto. Attorno a questo dettaglio ruota l’aspetto ludico della borsa, che rivela un’interno inaspettato, divertente, spesso basato su giochi di percezione di forme, come gli esemplari nell’immagine sotto.
Il segno distintivo di una Peekaboo è un quadrante che si piega in avanti. Questa flessione si ottiene con la giusta misura tra la morbidezza della tela o della pelle e la compostezza del volume che mantiene la forma
Silvia Venturini Fendi
Peekaboo-K, un libro per celebrare i 15 anni della borsa
Nel corso di questi primi 15 anni di vita la borsa è stata protagonista di eventi e campagne, anche benefiche, che l’hanno celebrata, anche attraverso le personali interpretazioni di diverse celebrità e artiste.
Lo scorso ottobre 2023 Fendi ha lanciato Peekaboo-K, un volume in edizione limitata, che ripercorre la storia e i successi della borsa, attraverso contenuti esclusivi e 80 immagini provenienti dall’archivio Fendi.
Come la borsa, il libro ha una copertina esterna rigida, essenziale, che si veste di nero e rosa, e un interno ricco di contenuti esclusivi. A fare da introduzione è una conversazione tra Silvia Venturini Fendi e le figlie, Delfina Delettrez Fendi e Leonetta Luciano Fendi, rappresentanti della quarta generazione della famiglia.
Il libro è strutturato in 4 capitoli, “Rivisitazione delle consistenze”, “Tele”, “Istinto Eclettico” e “FENDI Graphia”, che gui il lettore alla scoperta di questa icona attraverso gli scatti di fotografi internazionali, come Isabelle Wenzel e Peter Langer, e i dialoghi tra creativi e artisti attorno alla sua essenza, la sua evoluzione e le infinite possibilità di interpretative.
Come la recente Peekaboo da uomo creata dall’architetto giapponese Kengo Kuma, nata dalla sperimentazione su materiali naturali, come la carta Waranshi, fatta di cotone e fibre di corteccia di betulla, e lavorata secondo l’antica arte della fabbricazione della carta. Kuma richiama anche la tecnica della tessitura yatara ami, che vede l’intreccio di sottili fili di bambù, applicata al divisorio interno della borsa. Nel libro è presente anche la Peekaboo nata in collaborazione con Studio Mabeo, situato in Botswana, che produce arredi in collaborazione con artigiani locali, con l’intento di far conoscere la cultura e la tradizione manifatturiera africana, secondo i principi di sostenibilità e sviluppo.
“Nel lusso è importante far vedere che un oggetto racchiude in sé molti valori: non è solo una questione di design”
Silvia Venturini Fendi
Il volume è disponibile sul sito ufficiale fendi.com.
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