Al momento stai visualizzando Colnago Gioiello, dove il ciclismo e l’arte del design si fondono
Colnago Gioiello Numero 1 alla Fontana di Trevi (Roma) - Creditphoto: @Colnago-Cartella Stampa
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Colnago Gioiello Numero 1 alla Fontana di Trevi (Roma) – Creditphoto: per gentile concessione di Colnago ©2023

 

La Colnago Gioiello numero 1 è senza dubbio il tentativo riuscito da parte del celebre costruttore italiano di elevare ad un livello superiore l’arte della costruzione delle biciclette. Presentata in 50 esemplari all’alba del Giro d’Italia numero 106, la Colnago Gioiello nasce per celebrare la partnership del celebre marchio con la più importante corsa che si disputa sulle strade del nostro paese. Rafforzata dalle imprese di Tadej Pogacar e del Team UAE, Colnago tracima dai confini dell’esasperazione tecnologica e abbraccia i canoni di unicità dell’opera d’arte. Lo fa con la realizzazione della Numero 1, una bicicletta che nasce dall’esperienza della C68 ma che si nutre del contributo artistico dell’oreficeria e dell’artigianato applicato al contesto.

La Colnago Gioiello Numero 1 è la massima espressione del design applicato alla bicicletta da corsa. Componentistica top di gamma anche grazie all’esperienza nel settore di Shimano, che arricchisce la bicicletta con il groupset Dura-Ace R9250. Ma anche il contributo realizzativo artistico nell’applicazione della foglia d’oro a decorare il telaio, oltre all’unicità del design nel pattern Colnago e nella realizzazione del porta-borraccia ispirato al Trofeo Senza Fine simbolo del Giro d’Italia.

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Colnago Gioiello, particolare del diamante incastonato – Creditphoto: per gentile concessione di Colnago ©2023

 

L’arte non è un mestiere, è la maniera in cui si esercita un mestiere.

Jean Renoir

 

Colnago Gioiello, quando la bici è un’opera d’arte

La bicicletta si basa sul telaio Colnago C68 ma di questo mantiene la realizzazione manifatturiera e le geometrie, tutto arricchito da decorazioni con foglia d’oro. Una tecnica che il compimento della Colnago Gioiello numero 1 prende in prestito dalla fine arte dell’oreficeria. Colnago non lesina il coraggio e fonde la propria tradizione nel costruire biciclette con l’innovazione tecnologica, la ricerca del design e l’arte italiana della lavorazione dell’oro. Il risultato è una bicicletta-gioiello di nome e di fatto. I canoni dell’industria del settore definitivamente abbattuti e aperte le porte alla contaminazione artistica applicata al ciclismo chissà quanti e quali altri confini saranno in futuro superati.

Colnago Gioiello, particolare della lavorazione – Creditphoto: @Colnago-Cartella Stampa

Il risultato finale è l’esaltazione del lavoro artigianale: un prodotto pensato, progettato e creato da mani abili e sapienti. Quelle uniche e che rendono unica la Colnago Numero 1 sono di Simonetta Moretto, un’orafa esperta che si è avvalsa della collaborazione dei tecnici e dei progettisti della Colnago per realizzare un gioiello esclusivo e pensato appositamente per rendere speciale il tappo della serie sterzo della Colnago Gioiello Numero 1. Un manufatto in oro 18 carati in cui, grazie alla tecnica dell’incastonatura, è stato alloggiato un diamante di 2,03 ct. Progettazione e realizzazione a mano del manufatto che rappresenta il primo pezzo artistico e prezioso applicato all’ornamento di una bicicletta da corsa. Colnago apre il futuro dopo esserci già stato.

Informazioni tecniche

Gioiello

  • Manufatto: realizzato in oro 18 kt tit. 750/1000
  • Diamante: taglio a Brillante rotondo, Ct 2.03 SI1, colore Fancy b.Y. certificato CD1240023
  • Asso di fiori (fronte e retro): realizzati in oro 24 kt

Bicicletta

  • Telaio: Colnago C68 Road – Full Carbon
  • Manubrio e  stem: Colnago CC.01 integrated
  • Gruppo: Shimano Dura-Ace Di2 R9250
  • Mozzi: CeramicSpeed OSPW 3D Printed Ti OSPW TiN Coated
  • Freni: Carbon-Ti X-rotor steelcarbon
  • Sella: Selle Italia SLR flow carbon Colnago per Giro d’Italia
  • Cerchi: Enve SES 3.4 Gold version
  • Gomme: Pirelli P ZERO Race TLR Gold x Colnago per Giro d’Italia
  • Nastro manubrio: Colnago per Giro d’Italia
  • Portaborraccia: Colnago per Giro d’Italia
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Colnago Gioiello Numero, particolare – Creditphoto: @Colnago-Cartella Stampa

Colnago Gioiello non solo di design: le bici da corsa più costose

La Colnago Gioiello numero 1 è stata battuta all’asta da Sotheby’s a Ginevra durante il Salone del Lusso, il 18 maggio 2023,  per la cifra record di 120,650 CHF (circa 125,000 €). Questo pezzo unico diventa quindi la bici Colnago più costosa mai venduta al mondo. Ma non rappresenta comunque un record assoluto, visto che esistono altri modelli che hanno raggiunto valutazioni simili e addirittura superiori.

Ecco nel dettaglio le bici da corsa più costose di sempre:

  1. Trek Butterfly Madone: pezzo unico battuto all’asta per la cifra record di 500.000 dollari in una serata di beneficienza a favore della lotta al cancro. Si tratta di una delle bici utilizzate da Lance Armstrong per vincere il Tour de France (poi revocato) del 2009;
  2. Trek Yoshimoto Nara: altra bici utilizzata da Lance Armstrong e venduta all’asta per 200.000 dollari. La particolarità di questo modello è quella di essere completamente decorata in stile fumetto giapponese;
  3. Kaws – Trek Madone: bicicletta venduta per 160.000 dollari e anche questa appartenuta al ciclista americano Lance Armstrong ed utilizzata per correre la Vuelta d’Espana.

La Colnago Gioiello si pone quindi in quarta posizione tra le biciclette da corsa più costose, ma risulta essere la prima non appartenuta a nessun ciclista famoso e quindi senza un particolare valore di “impresa sportiva”. Ernesto Colnago e il suo staff con la loro Gioiello portano definitivamente il ciclismo ad un livello superiore: non più soltanto progresso estremo applicato allo sport, ma una vera e propria opera di design che fonde valore artistico e ricerca tecnologica.

ANDREA TERRENI

©impulsicreativi.it – riproduzione riservata.

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Andrea Terreni

Mi chiamo Andrea Terreni e vivo a Firenze da quando ho scelto di frequentare qui l'Università. Mi sono laureato in Pedagogia senza apparente sforzo, impegnato in quegli anni di grande fermento a vivere le persone, incorniciare gli avvenimenti e scarabocchiare le tovagliette delle osterie. La Pedagogia è stata il punto di partenza di molte altre passioni come la filosofia, la storia e l'arte. La scrittura invece è sempre stata un'opportunità quasi sofferta, un'occasione di fuga. Ho discusso una tesi di laurea sul "bisogno e la pratica terapeutica dello scrivere" e su come questo possa influenzare il vissuto di ognuno. La scrittura è stata da sempre per me una compagna silenziosa, paziente, a tratti invisibile. Eppure tremendamente fondamentale. Il resto è storia recente e di pochi giorni. Un piccolissimo romanzo (Diario di un Addio) per mettere fine a tante storie del passato. Una silloge poetica (Paroxetina) per affrontare in modo terapeutico un periodo del presente. E poi tanti progetti, tanta scrittura e tanto futuro. Scrivo, ho scritto e scriverò di calcio e calci per SuperNews, di ciclismo e storie della bicicletta per Fuoricorsa e delle bellezze della mia Firenze per FUL. Ho diretto il blog "La Locomotiva" come fosse un Bar in cui si è parlato di Poesia, Prosa, Prosatori e Poeti. Mi chiamo Andrea Terreni ed è difficile che possa raccontare cosa sono. Ho un Ristorante e sono un giornalista. Parlo con la gente e spesso non la capisco. Adoro accontentare e non mi accontento mai. Ho un passato che pesa, un presente che brilla e un futuro che non so proprio cosa possa diventare.