Al momento stai visualizzando Trent’anni dalla morte di Kurt Cobain: icona del Grunge e degli anni novanta
Kurt Cobain - Photo Credit: @AndreaTerreni tramite Intelligenza Artificiale
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Kurt Cobain – Photo Credit: @AndreaTerreni realizzata in AI con Nova

 

Sono passati esattamente trent’anni dalla morte di Kurt Cobain, icona del Grunge e leader dei Nirvana. Era l’8 Aprile 1994 quando la rock star americana veniva ritrovata senza vita nella sua villa sul lago Washington nell’East Seattle. Gli esami dopo la morte e l’autopsia danno un responso terribile: Cobain si è sparato alla testa con un fucile, dall’esame tossicologico vengono rinvenute massicce dosi di eroina all’interno del suo corpo. A fianco del cadavere fu ritrovata anche una struggente lettera con la quale Kurt Cobain ha provato a dare spiegazione per il suo gesto estremo. Per il mondo della musica, per tutti i fan e per la sua famiglia è uno choc devastante.

Due giorni dopo si tenne una veglia commemorativa al Seattle Center, durante la quale venne fatta ascoltare una registrazione della moglie Courtney Love che legge la lettera di Cobain. Poco dopo il corpo venne cremato e parte delle ceneri vennero depositate nel tempio buddista di Ithaca (New York), parte dispersa nel fiume Wishkah.

Non ho più nessuna emozione, e ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.

Pace, amore, empatia. Kurt Cobain.

Frances e Courtney, io sarò al vostro altare.

Ti prego Courtney continua ad andare avanti, per Frances.

Perché la sua vita sarà molto più felice senza di me.

VI AMO. VI AMO.

Kurt Cobain – lettera

Con la morte di Kurt Cobain non si chiude soltanto l’epopea musicale dei Nirvana. Si chiude il cerchio di una generazione intera. Il popolo di Seattle, quello del Seattle Sound, chiude definitivamente i battenti su un’epoca. Una storia che da inizio anni ottanta aveva invaso anche gli anni novanta, con innovazione figlia della volontà di recuperare l’autenticità del suono e l’esasperazione delle passioni. La morte di Kurt Cobain coincide con quella del Grunge e sancisce la parola fine sulla musica dei Nirvana.

La morte di Kurt Cobain chiude i conti con il Grunge

Con la parola Grunge si definisce la scena musicale degli anni ottanta e dei primi anni novanta che si sviluppa nello stato di Washington e più precisamente a Seattle. Il termine grunge deriva dall’aggettivo grungy, un’espressione che si usava nel gergo della lingua giovanile con cui si voleva etichettare qualcosa di sporco e sudicio.

L’utilizzo del termine in ogni caso ha origini più lontane. Già all’inizio degli anni ottanta veniva utilizzata la parola Grunge al cospetto di generi musicali in voga all’epoca. Mark Arm nel 1981 nel tentativo di raccontare la musica, lo stile e la volontà del suo gruppo, Mr. Epp And The Calculations, usò la celebre frase: “Pure grunge! Pure noise! Pure shit!”. Ma il termine aveva origine ancor più remota. Già l’anno precedente il celebre giornalista e critico musicale Lester Bangs lo utilizza nel suo libro Blondie parlando dell’influenza sulla musica del tempo da parte degli Stooges: “All’inizio degli anni ottanta grungy era solo un aggettivo che stava per ruvido, simile a gnarly, ostico. Indicava una cosa grezza, incasinata”.

Eppure il termine Grunge raggiunge il suo apice di utilizzo grazie all’enorme influenza che la musica dei Nirvana ha esercitato sulla scena musicale, e non soltanto, all’inizio degli anni novanta. A Seattle tutto ciò che era rock divenne rapidamente Grunge, anche se questa etichetta non fu sempre accettata con facilità da tutti.

Il termine grunge non è mai piaciuto a nessuno di noi. È una mossa di marketing per mettere Seattle tra gli scaffali dei negozi di dischi. Alla fine lo abbiamo accettato come un termine convenzionale, comprensibile a tutti, per descrivere quello che facciamo.

Matt Cameron – Soundgarden

Nirvana significa liberazione. La morte di Kurt Cobain ha liberato il grunge da ogni tipo di etichetta. La fine dei Nirvana ha portato con se la fine di un’epoca.

Il Grunge nella cultura di massa: musica, influenze, cultura

Il Grunge, come detto, trova il suo massimo sviluppo all’interno del panorama musicale, da cui trae denominazione e crescita. Uno stile “sporco” che torna ai minimi termini dell’espressione musicale, ne riscopre la vera essenza portata dal contributo umano, senza fronzoli, orpelli, contaminazioni. Le formazioni tornano al nucleo minimo necessario di chitarra, basso e voce. Per recuperare una terminologia critica il tutto è caratterizzato da sludge guitardrumkit essenziale e vocalità potente. Una vocalità di cui Kurt Cobain è espressione genuina, e che rappresenta assieme a quelle di Eddie Vedder (Pearl Jam) e Chris Cornell (Soundgarden) il massimo in tema di grunge vocal.

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Kurt Cobain – Photo Credit: @AndreaTerreni realizzata in AI con Nova

 

Ma l’influenza del grunge non si ferma essenzialmente alla musica. Con il successo commerciale delle band più famose come i Nirvana, il termine è stato utilizzato anche dai media generalisti per etichettare l’abbigliamento e lo stile: camicie a quadrettoni o righe di flanella, t-shirt consunte, jeans strappati o tagliati, capelli lunghi, anfibi. Generalmente uno stile che fa del “poco curato” il marchio di fabbrica, a volte in modo talmente eloquente da risultare espressamente costruito. E’ la risposta allo stile degli anni ottanti in cui capelli cotonati, trucco e paillettes lasciano il posto all’innovazione del Grunge.

Per me la musica deve essere completamente separata dalla politica.

Chris Cornell – Soundgarden

Il Grunge entra a piedi uniti nella società. Eppure bada bene a restare fuori dalle vicende politiche. Il messaggio è interiore, psicologico, di rottura. Ma è una battaglia che ogni individuo combatte contro se stesso e all’interno del proprio io. Come accaduto per Kurt Cobain, perennemente in lotta con i propri pensieri e la propria sensibilità.

La morte di Kurt Cobain e del grunge: la perla degli MTV unplugged

Poco prima di morire Kurt Cobain e i Nirvana lasciano ai posteri il lascito di una generazione intera. Questo avviene a New York durante il concerto unplugged registrato per MTV. Una delle migliori esibizioni di sempre, testamento del grunge e degli anni novanta.

A trent’anni dalla morte di Kurt Cobain il grunge continua ancora ad influenzare stili, musica e vita delle persone. Eppure si ha la sensazione che la dipartita del leader della band di Seattle sia stata molto di più che la fine della vita di uno straordinario artista. E’ un sipario calato sulla gioventù di molti. Kurt Cobain muore e si porta via lontano pezzi di vita di molti. Di tanti di noi. Degli anni novanta.

ANDREA TERRENI

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Andrea Terreni

Mi chiamo Andrea Terreni e vivo a Firenze da quando ho scelto di frequentare qui l'Università. Mi sono laureato in Pedagogia senza apparente sforzo, impegnato in quegli anni di grande fermento a vivere le persone, incorniciare gli avvenimenti e scarabocchiare le tovagliette delle osterie. La Pedagogia è stata il punto di partenza di molte altre passioni come la filosofia, la storia e l'arte. La scrittura invece è sempre stata un'opportunità quasi sofferta, un'occasione di fuga. Ho discusso una tesi di laurea sul "bisogno e la pratica terapeutica dello scrivere" e su come questo possa influenzare il vissuto di ognuno. La scrittura è stata da sempre per me una compagna silenziosa, paziente, a tratti invisibile. Eppure tremendamente fondamentale. Il resto è storia recente e di pochi giorni. Un piccolissimo romanzo (Diario di un Addio) per mettere fine a tante storie del passato. Una silloge poetica (Paroxetina) per affrontare in modo terapeutico un periodo del presente. E poi tanti progetti, tanta scrittura e tanto futuro. Scrivo, ho scritto e scriverò di calcio e calci per SuperNews, di ciclismo e storie della bicicletta per Fuoricorsa e delle bellezze della mia Firenze per FUL. Ho diretto il blog "La Locomotiva" come fosse un Bar in cui si è parlato di Poesia, Prosa, Prosatori e Poeti. Mi chiamo Andrea Terreni ed è difficile che possa raccontare cosa sono. Ho un Ristorante e scrivo. Parlo con la gente e spesso non la capisco. Adoro accontentare e non mi accontento mai. Ho un passato che pesa, un presente che brilla e un futuro che non so proprio cosa possa diventare.